Abbiamo già parlato di Biki, la stilista milanese fautrice del “new look” di Maria Callas, oggi facciamo un salto più lungo indietro nel tempo per conoscere Rosa Genoni, sarta e stilista attiva tra XIX e XX secolo.

Gli inizi

Rosa Genoni, nome completo Rosa Angela Caterina, nasce a Tirano (So), il 16 giugno 1867. La sua è una famiglia numerosa, è la prima di 19 figli di cui 12 viventi, e va a scuola fino alla terza elementare. Nel 1877 viene mandata a Milano a vivere presso una zia per lavorare come “piscinina” cioè come apprendista in una sartoria. Rosa inizia così a vivere in una città che si sta modernizzando e dove molte ragazze e donne lavorano nel settore tessile, in fabbrica e nei laboratori di sartoria. Il progresso porta la presenza sempre maggiore dei macchinari che affiancano nel lavoro gli operai, i ritmi lavorativi e la produzione aumentano, la città si arricchisce.

Quadro di Pietro Longoni, "La piscinina", 1890

Pietro Longoni, La piscinina, 1890

Le prime esperienze politiche

Rosa continua a studiare, di sera dopo il lavoro, per prendere la licenza elementare. Inizia anche a frequentare i circoli operai dove conosce Anna Kuliscioff e a studiare il francese, la lingua straniera all’epoca più utilizzata nei contesti internazionali e nella moda. Nel 1885 diventa “maestra” nell’atelier Dall’Oro e poi parte per Parigi per partecipare ad un congresso sulla condizione degli operai, su invito del Partito Operaio Italiano. La ville lumière è una folgorazione e Rosa decide di rimanere a lavorare lì per qualche anno. Può così vedere da vicino come funziona il sistema della moda francese che è molto più progredito di quello italiano, legato alla consuetudine di importare i figurini da Parigi per riprodurli per le proprie clienti.

Illustrazione tratta dalla rivista "La Mode Illustrée", 1888

“La Mode Illustrée”, rivista, 1888, da Pinterest

“Première”

Rientrata a Milano nel 1888 viene assunta dalla sartoria Bellotti come addetta alla creazione degli eleganti costumi per i balli di Carnevale al Teatro alla Scala. Nel 1895 fa un altro passo avanti nella sua carriera: diventa “première” presso la Haardt et fils, prestigiosa sartoria con 200 dipendenti e filiali anche all’estero. Va spesso a Parigi per tenersi aggiornata sulle ultime tendenze della moda e acquistare i figurini per le clienti della sartoria ma inizia anche a proporre dei modelli originali nel tentativo di distaccarsi dalla sudditanza francese.

Foto di un atelier francese nel 1910

Atelier francese, 1910

L’Esposizione internazionale di Milano

Nel 1903 nasce la figlia Fanny mentre nel 1905 inizia ad insegnare presso la Scuola professionale femminile della Società Umanitaria. All’Esposizione internazionale di Milano del 1906 presenta nel padiglione dedicato alle arti decorative alcune creazioni che ripropongono linee e atmosfere del Medioevo e del Rinascimento, dalla Genoni ritenute le basi della moda italiana. L’abito ispirato a Botticelli, “La Primavera“, e il “Manto di Corte” che riprende le opere di Pisanello sono due dei modelli che le fanno vincere il Grand Prix della giuria internazionale.

Abito "La Primavera" di Rosa Genoni, 1906

Rosa Genoni, La Primavera, 1906

Il manto di corte di Rosa Genoni, 1906

Rosa Genoni, Il manto di corte, 1906

L’abito Tanagra

Sempre impegnata nella promozione della moda italiana, nel 1908 la Genoni lancia l’abito Tanagra ideato partendo dallo studio delle sculture greco-romane, con l’intento di proporre un nuovo tipo di vestito, caratterizzato da morbidi drappeggi e che possa finalmente liberare la donna dalle costrizioni del corsetto, dai tanti metri di tessuto e orpelli che ne limitano i movimenti. La Genoni indossa personalmente il modello Tanagra in diverse occasioni pubbliche e si fa fotografare proprio come una moderna modella. Anche l’attrice Lyda Borelli, diva del teatro e del cinema muto dell’epoca, posa con indosso un abito Tanagra.

Lyda Borelli con l’abito Tanagra, 1908

Rosa Genoni con l’abito Tanagra, 1908

Contraria alla Prima Guerra Mondiale

Negli anni Rosa Genoni continua a dirigere la sartoria Haardt et fils, a insegnare presso la Società Umanitaria e a partecipare a congressi dedicati alla condizione delle donne. Nel 1915 parte per l’Aia per prendere parte ad un congresso internazionale ed esporre le sue idee pacifiste quando però ormai l’Italia si appresta a partecipare alla Prima Guerra Mondiale.

Figurini del 1915

Figurini, 1915

Fino al 1933 insegna alle allieve non solo la pratica, le basi del cucito, le tecniche di ricamo e la creazione di cartamodelli, ma seleziona anche le immagini da proiettare per sollecitarne la memoria visiva e la creatività. Si dedica inoltre alla stesura di tre volumi di storia della moda ma ne viene pubblicato solo uno nel 1925 con il titolo “Storia della moda attraverso i secoli” in cui teorizza anche l’introduzione dello studio della storia della moda e di elementi di design.

Copertina del libro scritto da Rosa Genoni, "Storia della moda attraverso i secoli"

Copertina del libro di Rosa Genoni, 1925

Con l’avvento del Fascismo e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Rosa Genoni interrompe anche il suo impegno politico e si trasferisce a Varese dove muore il 12 agosto 1954.

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