È stata una delle poche donne designer di gioielli del Novecento, il suo nome è stato dimenticato per decenni ma grazie al ritrovamento fortuito dei suoi archivi è oggi al centro di un grande interesse.

Le sue sono state alcune delle creazioni più belle della gioielleria del secolo scorso, innovative, eleganti, dalle linee sinuose ma dopo la chiusura dell’attività nel 1974 un pesante velo è calato sul suo nome e sulla bellezza dei gioielli da lei disegnati. Donna misteriosa e schiva, Suzanne Belperron non ha mai amato mettersi in mostra né rendere famoso il suo nome tanto da ripetere più volte nel corso della vita “il mio stile è la mia firma”, convinta che la particolarità e l’eleganza dei suoi gioielli sarebbero bastati a renderla riconoscibile a tutti.

Suzanne Belperron, anni ’30 circa

Le prime esperienze come designer e il successo

Suzanne Vuillerme nasce il 26 settembre 1900 a Saint Claude, un piccolo paese che si trova in una zona montuosa non lontano dal confine con la Svizzera. Molto portata per il disegno, frequenta con profitto a Besançon l’Ecole des Beaux-Arts e nel 1919 viene assunta come stilista – designer dalla casa “René Boivin” per la quale lavorerà per diversi anni, fino al 1932. Pur riscuotendo un grande successo Suzanne non può firmare le sue creazioni, in base ad una consuetudine in auge in tutte le grandi case di gioielli dell’epoca, e questa restrizione diventa per lei via via insopportabile.

Proprio in quell’anno viene assunta come direttore artistico e tecnico dalla casa “Bernard Herz”, conosciuto negli anni di lavoro presso Boivin in quanto fornitore di pietre preziose. Negli anni seguenti i gioielli disegnati da Suzanne conquistano un successo sempre maggiore tanto da essere scelti ed indossati dai nomi più importanti dell’epoca: la scrittrice Colette, la ballerina Joséphine Backer, Gary Cooper, la famiglia Rothschild e il Duca di Windsor e futuro re Edoardo VIII.

Suzanne Belperron nel suo atelier

Amici e clienti molto famosi

Diventa amica di stilisti come Elsa Schiaparelli, Nina Ricci, Christian Dior e Jeanne Lanvin e anche di Diana Vreeland, famosissima giornalista prima di Harper’s Bazaar e poi di Vogue America. I suoi gioielli vengono fotografati e pubblicati sulle maggiori riviste di moda a volte indossati da modelle d’eccezione.

Elsa Schiaparelli indossa gioielli disegnati da Suzanne Belperron, Vogue 1933
Copertina di Vogue America, gennaio 1934
Gioielli di Suzanne Belperron

Gli stravolgimenti della Seconda Guerra Mondiale

È un momento d’oro per Suzanne che ha cambiato il suo cognome in Belperron dopo il matrimonio con John Belperron nel 1924 ma la Seconda Guerra Mondiale cancella tutto. Bernard Herz, di origine ebraica, viene deportato e negli anni del conflitto è lei a mantenere aperta l’attività sotto il suo nome. A seguito della morte di Herz nel campo di concentramento di Auschwitz, viene chiusa la casa Bernard Herz e nel 1946 viene fondata la “Jean Herz – Suzanne Belperron SARL”, società a cui partecipano in parti uguali lei e il figlio del suo ex socio in affari.

Bracciale di diamanti “Tube”, fine anni ’40, foto da catalogo Christie’s
Orecchini in oro e zaffiri, metà anni ’50 – inizio anni ’60
Foto da catalogo Christie’s

La vecchiaia e la chiusura dell’attività

Il successo continua e nel 1963 Suzanne riceve la Legion d’Onore, il titolo onorifico più importante della Francia. La società rimane in attività fino al 1974, Suzanne ha ormai 74 anni e decide di chiudere l’attività ma continua a impiegare la sua bravura e la sua esperienza in varie collaborazioni fino alla morte avvenuta nel 1983. Da questo momento la figura di Suzanne Belperron diventa sempre meno conosciuta, non si sa quasi nulla di lei e della sua eredità che ha lasciato ad un amico con l’impegno della massima discrezione e riservatezza.

Gli incredibili archivi di Suzanne Belperron

Il colpo di scena avviene nel 2007 quando l’erede di Suzanne muore e viene designato un suo erede universale. Nella conta dei beni spunta un appartamento a Parigi, per la precisione a Montmartre, che probabilmente è rimasto chiuso fin dal 1983. Al suo interno vengono ritrovati i mobili, gli oggetti e soprattutto gli archivi di Suzanne, i documenti e i bozzetti prodotti nei tanti decenni di lavoro, dal 1937 al 1974. Grazie al ritrovamento dei disegni è possibile attribuire a lei i tanti gioielli creati ma non firmati ed è possibile approfondire lo studio e l’evoluzione della sua arte e delle sue creazioni.

Bracciale con zaffiri e diamanti, metà anni ’40 circa
Foto da catalogo Christie’s
La duchessa di Windsor indossa collana e orecchini in calcedonio, zaffiri e diamanti

Nel 1999 la famiglia Landrigan acquista in esclusiva i diritti in tutto il mondo di oltre 9.200 disegni dell’archivio Belperron, inizia così il lavoro di preparazione della monografia dedicata alla designer. Nel 2012 un’asta organizzata a Ginevra vede le quotazioni dei gioielli Belperron crescere e arrivare al triplo del loro valore iniziale. Viene venduto tutto. Nel 2015 viene inaugurata la Maison Belperron a New York che riprende l’eredità e l’ispirazione dell’opera di Suzanne e nel 2016 viene pubblicata la monografia a lei dedicata.

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