A partire dalla fine dell’Ottocento, durante la Belle Époque, in Europa e in particolare in Francia si assiste ad un progressivo miglioramento delle condizioni di vita delle classi più alte della società. Si viaggia più di frequente sia per lavoro che per divertimento, in città vengono aperti ristoranti e caffè che diventano luoghi di ritrovo spesso famosi ancora oggi. Le case diventano più confortevoli, con spazi ben suddivisi che a volte prevedono anche la stanza da bagno. La moda accompagna tali evoluzioni e impone dei dettami da seguire in ogni occasione, anche durante il tempo libero e l’attività sportiva. Ma qual è l’abbigliamento sportivo durante la Belle Époque?

Ragazze con racchette da tennis, 1910 circa, da Pinterest

Tra fine Ottocento e inizio Novecento

Tra i modi di trascorrere il tempo libero le classi più abbienti scoprono appunto lo sport. Le attività che per prime hanno successo sono le battute di caccia che dalla Gran Bretagna conquistano molti altri Paesi tra cui l’Italia. Diventano numerosi gli appuntamenti di caccia alla volpe come quelli nelle campagne romane che vedono la partecipazione dell’aristocrazia e delle personalità più importanti dell’epoca come Gabriele D’Annunzio.

Si radunano gruppi di persone eleganti, tra cavalieri e amazzoni che spiccano per la loro bellezza e destrezza nell’andare a cavallo, spesso immortalati da pittori e fotografi. In questo periodo non è certamente comodo cavalcare per una donna. Il dress code prevede un abito nero con giacca avvitata e gonna molto lunga per coprire totalmente le gambe mentre l’amazzone è a cavallo. Per di più la donna non può cavalcare come un uomo, non è ritenuto opportuno, quindi deve montare a cavallo sedendo su un fianco. Completano l’outfit il cappello a cilindro, la camicia bianca a collo alto e i guanti.

Giovanni Boldini, L’amazzone (Alice Regnault a cavallo), 1879 – 80

Negli ultimi decenni del’Ottocento guadagna un successo sempre maggiore anche la bicicletta, chiamata all’epoca velocipede. Andare in bicicletta però non è semplice per le donne: le lunghe gonne si impigliano nelle ruote e non è certamente possibile adottare la seduta di fianco come a cavallo. Iniziano così a diventare sempre più tollerati i pantaloni “a sbuffo”, che le donne indossano per andare in bicicletta. Anche se si possono usare solo in questi momenti, i pantaloni a sbuffo consentono di sperimentare una nuova e apprezzata libertà nei movimenti. Senza l’ingombro delle pesanti strutture che sostengono i tanti metri di stoffa degli abiti, diventa più facile camminare, sedersi o alzarsi.

Donna con pantaloni a sbuffo, all’incirca fine Ottocento, da Pinterest

Gli sport più in voga e l’abbigliamento sportivo

Oltre alla caccia diversi sport iniziano a contare un numero sempre maggiore di appassionati e appassionate. Con l’inizio del XX secolo le donne si dedicano ancora di più alle attività all’aria aperta che regalano momenti di socializzazione, divertimento e occasioni per mettersi alla prova al di fuori delle mura domestiche. Il tiro con l’arco conta molte appassionate come anche il golf. Si tratta di sport che non prevedono movimenti ampi e veloci e possono essere praticati senza problemi continuando ad indossare le gonne lunghe e gli ampi cappelli.

Donna che gioca a golf, inizio XX secolo, da Pinterest

Donna che pratica tiro con l’arco, 1900 circa, da Pinterest

Ma anche sport che richiedono maggiori movimenti conoscono un grande successo, è il caso del tennis e del pattinaggio. Per correre da un lato all’altro del campo le donne vestono camicie bianche e gonne lunghe fino alle caviglie dello stesso colore. Ai piedi stivaletti scuri, a volte un cappello di paglia e perfino un cravattino. Ne è un esempio la prima campionessa di tennis, l’inglese Charlotte Cooper che diventa famosissima giocando a tennis indossando camicia e gonna e maneggiando una pesante racchetta di legno.

Charlotte Cooper, inizio Novecento

Anche il pattinaggio sul ghiaccio viene praticato seguendo dei codici precisi che non si discostano dai principi di pudicizia e di adesione ai canoni di moralità dell’epoca. Complice anche il freddo le pattinatrici vestono pesanti cappotti e coprenti cappelli spesso bordati di pelliccia con gonne in lana o panno, guanti o manicotti. Madge Syers, campionessa britannica di pattinaggio artistico di inizio Novecento, è un esempio perfetto di quale sia l’abbigliamento sportivo durante la Belle Époque per questo sport.

Madge Syers, inizio Novecento

Il nuoto

Il mare fa da sfondo ad un altro grande cambiamento nell’abbigliamento sportivo durante la Belle Époque. Nell’Ottocento si comincia ad andare al mare in estate, i suoi benefici vengono ricercati da un numero sempre maggiore di persone. Non ci si abbronza, si sta ancora prevalentemente all’ombra e vestiti di tutto punto ma piano piano le cose cambiano. Vengono lanciati i primi costumi da bagno che sono castigatissimi e realizzati in tessuti pesanti come la lana in modo da non aderire o essere trasparenti una volta bagnati. Malgrado ciò questa è una grande rivoluzione per la società dell’epoca che inizia a scoprire un po’ di più il proprio corpo, a giocare con le onde e a divertirsi senza l’intralcio di metri di stoffe, pizzi e fiocchi.

Donne in costume da bagno, 1910 circa

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