Definito da Coco Chanel “tra tutti noi, l’unico couturier in grado di disegnare, tagliare e cucire un abito interamente da sé” Cristóbal Balenciaga ha creato capolavori sartoriali ancora oggi stupefacenti e ha rifiutato di disegnare una linea per il prêt-à-porter. Estremamente riservato nel 1971 ha concesso l’unica intervista di tutta la sua vita e nel suo atelier si sono formati stilisti come Oscar de la Renta, Emanuel Ungaro e Hubert de Givenchy.
![Modella con soprabito rosso, guanti e cappello neri, sfila nell'atelier Balenciaga, 1954](https://www.sovintage.it/wp-content/uploads/2020/02/Sfilata-nellatelier-Balenciaga_1954.jpg)
Sfilata nell’atelier Balenciaga, 1954
I primi successi
Cristóbal Balenciaga nasce a Getaria, nei Paesi Baschi, il 21 gennaio 1895. Da bambino inizia ad aiutare nel lavoro la mamma sarta imparando così a gestire tutte le fasi che portano alla confezione di un abito sartoriale. La sua non è una famiglia ricca e presto decide di interrompere gli studi per lavorare come apprendista in una sartoria. A 12 anni conosce la marchesa di Casa Torres che comprende il talento del ragazzino e decide di pagare tutti i suoi studi a Madrid. Il successo arriva molto presto grazie all’apertura del suo primo atelier a San Sebastian nel 1919 a cui ne seguiranno altri due rispettivamente a Madrid e a Barcellona.
![Foto di Cristóbal Balenciaga](https://www.sovintage.it/wp-content/uploads/2020/02/Cristobal-Balenciaga-1.jpg)
Cristóbal Balenciaga
Clienti molto importanti
La famiglia reale spagnola e l’aristocrazia diventano sue clienti e il nome di Balenciaga viene associato all’eleganza e alla ricercatezza ma nel 1936, a seguito dello scoppio della guerra civile spagnola, è costretto a chiudere le sue tre boutique e a fuggire a Parigi. Qui nel 1937 apre il suo atelier in Avenue George V, 10 che diventa subito meta delle donne più ricche della città, e non solo, che fanno a gara per farsi vestire da lui.
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Vogue, 1937
Una moda esclusiva
Il metodo di lavoro di Cristóbal Balenciaga e del suo entourage si basa sui principi di eleganza, eccellenza ed esclusività tanto da essere ritenuto il couturier di riferimento delle donne più facoltose. Ogni capo viene disegnato e tagliato per esaltare la silhouette della cliente che lo indosserà, vengono studiati i colori, scelto il tessuto più adatto ed eseguite prove rigorose. Un ruolo fondamentale viene ricoperto dalle assistenti che accompagnano le clienti passo dopo passo, dalla progettazione alla consegna degli abiti.
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Abito da sera, 1951
I capi iconici di Cristóbal Balenciaga
Nell’atelier il bianco delle pareti, l’oro dei mobili e il grigio dei tappeti che ricoprono i pavimenti sono gli unici colori utilizzati in modo da rendere protagoniste assolute le tinte e le stampe dei capi durante le presentazioni ai compratori e alle clienti. Le indossatrici che sfilano vengono scelte in base al loro fisico, che deve essere adatto alla moda del couturier, alla grazia dei movimenti e allo sguardo altezzoso. Balenciaga propone capi dalle linee armoniose e non costrittive con la vita meno sottile e le spalle più ampie. Lancia il tubino morbido senza punto vita segnato, il cappotto cocoon, l‘abito a palloncino e utilizza alcuni colori-simbolo come il nero, il rosso e il marrone. Forti sono le influenze dell’architettura e della pittura spagnole.
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Abito a palloncino, foto di Irving Penn, 1950
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Cappotto, 1951, da Pinterest
L’apice del successo
Il successo è grande e nel 1948 decide di aprire una boutique che vende borse, sciarpe, calze e i profumi lanciati dallo stilista il che lo rende ancora più famoso, ricercato e…copiato. È tra i preferiti di molte donne aristocratiche ed ereditiere ma anche le attrici più famose degli anni ’50 e ’60 scelgono il couturier spagnolo per le occasioni mondane e per gli abiti da indossare sul set. Grace Kelly, Ingrid Bergman, Greta Garbo, Wallis Simpson, Barbara Hutton e Mona Von Bismarck sono alcune delle sue clienti più famose e affezionate.
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Mona von Bismarck con un abito di Balenciaga, foto di Cecil Beaton, 1955
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Ingrid Bergman con un abito di Balenciaga nel film “Anastasia”, 1956
Cristóbal Balenciaga lavora moltissimo e porta avanti una relazione tenuta sempre segreta con Vladzio Jaworowski d’Attainville, un modista franco-russo che negli anni diventa anche suo socio. Nel 1948 d’Attainville muore e il couturier vive una profonda crisi che lo porta a pensare di chiudere la sua attività, cosa che fortunatamente non avviene. Per tutti gli anni ’50 continua a creare abiti da sogno tanto che nel 1960 riceve la Légion d’honneur e disegna l’abito per il matrimonio di Fabiola, futura regina del Belgio.
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Vogue, 1951
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Modello “Baby doll”, 1958
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Balenciaga, a destra, con i co-fondatori della Maison: Nicolas Bizcarrondo e Vladzio Jaworowski d’Attainville, da Pinterest
La chiusura dell’atelier
Con gli anni ’60 arriva però il prêt-à-porter che determina il progressivo ridimensionamento delle sartorie di alta moda a favore di una crescente industrializzazione della produzione di abbigliamento. Nel 1968 Balenciaga, ormai anziano e molto benestante, decide di chiudere il suo atelier e di ritornare a vivere nel paese natio dove muore il 23 marzo 1972. Il suo nome torna alla ribalta nel 1986 quando viene riportata in vita la maison che oggi è affidata alla direzione creativa di Demna Gvasalia che nelle sue proposte non manca di riprendere, attualizzando, i meravigliosi archivi storici del marchio.
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Modello “Envelope dress”, 1967
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Sfilata Balenciaga, Spring/Summer 2020
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